Un museo per non dimenticare

 

UN MUSEO NEL CUORE DI ROMA 
Trieste, Istria, Fiume e Dalmazia:
una terra contesa

A Roma, nel quartiere giuliano-dalmata c'è un museo, riconosciuto quale sito di eccezionale interesse storico e artistico con il decreto del Ministero della pubblica istruzione  del 1972. Il museo ruota intorno a un sacrario centrale a ricordo dei giuliano-dalmati caduti per la patria italiana. La mostra inizia con un’ampia panoramica documentale sull’esodo dalle terre adriatiche, procede con cimeli e documenti originali che illustrano ampiamente la storia fiumana dalle origini romane al secondo conflitto mondiale, gli aspetti urbanistici, monumentali, associativi, scolastici, amministrativi, religiosi e culturali della città di Fiume e del suo territorio ricollegabili all’identità di carattere italiano. 

Al secondo piano vi è l’archivio e la biblioteca, su una superficie di 250 mq. ca. L'archivio è suddiviso in due settori: uno destinato a sala riunioni con mezzi audiovisivi offre trenta posti a sedere e ospita un’ampia panoramica d’opere realizzate da artisti fiumani dal 1700 ai giorni nostri, nell’altro sono disposte postazioni informatiche, l’ufficio amministrativo della società e del museo.  L’archivio dispone d’oltre 80.000 documenti e di alcuni fondi particolarmente importanti: Riccardo Zanella, Antonio Grossich, Riccardo Gigante, Gabriele D’Annunzio, Icilio Bacci, Andrea Ossoinack, Maria Vitali, Giovanni Giurati, Oscar Sinigaglia, Armando Odenigo, Michele Maylender ed altri. L'archivio è inserito nel progetto di informatizzazione nazionale Archivi del '900.

Unica proprietaria dell’Archivio Museo storico di Fiume è la Società di Studi Fiumani che provvede all’amministrazione e alla conservazione del patrimonio, in comunione d’intenti con l’Associazione per la Culturale Fiumana, Istriana e Dalmata nel Lazio. Le due associazioni operano in campo prettamente culturale, non hanno scopo di lucro e vivono prevalentemente con le quote dei propri soci, con il contributo degli esuli fiumani sparsi per il mondo e con quanto può pervenire da istituzioni pubbliche e private. Il  Presidente della Società di Studi Fiumani-Archivio Museo storico di Fiume è il dr. Amleto Ballarini. Il Direttore dell'Archivio-Museo è il dottor Marino Micich.

 

Il Museo nasce così

La prima idea di raccogliere in un archivio-museo le memorie sparse di Fiume era sorta nel 1956, da una corrispondenza tra mons. Luigi M. Torcoletti e il dott. Nino Perini in occasione di una mostra di cimeli fiumani. Idea ancora incerta che solo alcuni anni dopo acquistò forma più concreta in un incontro a Venezia di Attilio Depoli con alcuni amici. Si parlò allora della sorte che attendeva i documenti, le pubblicazioni susseguitesi a Fiume dal secolo passato ai giorni nostri, i cimeli vari, le stampe, le raccolte di giornali in possesso di tanti concittadini e d’altri che avevano partecipato alla vita della città nei suoi momenti più drammatici. Tutti quei ricordi, conservati con amorosa cura e salvati al momento dell’esodo, spesso fortunosamente, correvano il pericolo di andar dispersi se non si fosse in qualche modo provveduto alla loro salvezza. Il prof. Attilio Depoli avanzò allora la proposta di costituire un ente o un istituto che avesse il compito di raccogliere quel materiale d’importanza storica per tramandarlo alle generazioni future quale tangibile memoria di Fiume e delle sue secolari lotte in difesa dell’italianità e di creare contemporaneamente ad esso un centro di studi fiumani. Nessuno meglio dell’antica Società di Studi Fiumani avrebbe potuto assolvere il compito cui pensava Attilio Depoli. Essa era sorta nel 1923 quale erede della Deputazione fiumana di storia patria creata agli inizi del secolo soprattutto per l’incitamento di Egisto Rossi che negli studi storici aveva veduto un’arma di difesa dell’italianità di Fiume quando più preoccupanti si facevano le minacce ai suoi diritti e privilegi secolari. Al principio del secondo conflitto mondiale (1939-1945) la Società di Studi Fiumani era stata costretta a sciogliersi assorbita dalla Deputazione di storia patria delle Venezie, e si pensò quindi di ricostituirla in esilio. Per iniziativa dello stesso Depoli, cui s’aggiunsero il prof. Enrico Burich, il prof. Giorgio Radetti e il dott. Gian Proda, il 27 novembre 1960 la Società di Studi Fiumani rinasceva a nuova vita per riprendere, in mutate e più difficili condizioni, l’antica attività.

Tra i suoi primi atti fu l’appello lanciato a tutti coloro che possedevano cimeli storici, documenti, pubblicazioni, per  farne dono all’istituendo Archivio-Museo. L’appello della Società non cadde nel vuoto e ben presto cominciò ad affluire alla casa del dott. Proda un abbondante materiale di valore storico. Nel frattempo lo stesso Proda era riuscito ad ottenere dall’Opera per l'Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati la promessa che alcuni locali in una palazzina in costruzione a Roma sarebbero stati riservati all’Archivio Museo storico di Fiume.

Il prof. Enrico Burich, succeduto al prof. Attilio Depoli scomparso il 1° marzo 1962, aprendo i lavori della seconda assemblea generale dei soci nel 1963 poté dichiarare tra l’altro: «Avremo una sede dignitosa e dobbiamo esserne grati all’Opera. Il ricettacolo per il materiale raccolto c’è e con questo abbiamo fatto un bel passo avanti. Pensate, un’esposizione permanente delle cose nostre più care: documenti insigni, riproduzioni fotografiche delle nostre case, del nostro Corso, della nostra Cittavecchia, i proclami che attestano delle nostre lotte per l’italianità, della nostra attività nel campo culturale come in quello economico... Ma non solo un luogo sacro ai nostri ricordi vogliamo creare: ci muove il desiderio di dare vita ad un centro di studi fiumani, con un archivio e una biblioteca: riunire ciò che si è stampato intorno a Fiume, a cominciare dai secoli passati pel arrivare agli anni nei quali Fiume assurse a simbolo nazionale...».

Enrico Burich non poté vedere realizzato il centro di studi e di raccolta di documenti e cimeli per il quale tanto s’era adoperato: la morte lo colse improvvisa a Modena il 12 ottobre 1965, ad un mese di distanza dalla scomparsa di Gian Proda, primo Conservatore dell’Archivio-Museo. La Società di Studi Fiumani ha continuato l’opera intrapresa portandola a compimento con lo stesso impegno che vi avevano posto i suoi primi iniziatori.

L’Archivio-Museo, nella sua sede di Via Antonio Cippico n. 10, all’EUR di Roma, grazie ad alcuni generosi lasciti è dotato di un razionale arredamento e il materiale finora raccolto e che s’accresce sempre mercè le nuove offerte, viene ordinato, catalogato e schedato in modo da poter essere utilmente consultato dagli studiosi.

Attualmente l’Archivio-Museo possiede una notevole raccolta di documenti, tra i quali due copie manoscritte degli statuti cittadini elargiti a Fiume dall’Imperatore Ferdinando I d’Austria nel 1530, tutte le lettere autografe di Gabriele D’Annunzio ad Antonio Grossich (1919-1921), il Libro dei verbali della Giovane Fiume, la prima società irredentistica fiumana, i documenti di interesse fiumano degli archivi personali di Oscar Sinigaglia, di Andrea Ossoinack, Riccardo Zanella, Icilio Bacci, Riccardo Gigante, Antonio Grossich e Giovanni Giurati, documenti vari relativi a particolari momenti della storia della città, numerose stampe dell’800, dipinti originali di pittori fiumani rappresentanti significativi aspetti di Fiume, ritratti, e quasi un migliaio di fotografie oltre a cimeli storici di ogni genere.

La biblioteca storica fiumana, unita all’archivio, annovera circa seimila volumi di interesse fiumano, istriano e dalmata, molte annate delle riviste e dei quotidiani pubblicati a Fiume sino al 1945 («Eco di Fiume», «Gazzetta di Fiume», «Il Popolo», «La Bilancia», «Il Giornale», «La Vedetta d’Italia», «Studio e Lavoro», «Varietà», «La Difesa», «Vita Fiumana» «La Vedetta», «Giovine Fiume», «Liburnia», «Fiume» ecc.). Un pezzo, particolarmente interessante, in questa raccolta, è costituito da una copia, l’unica esistente, del primo giornale uscito a Fiume nel 1813, «Le notizie del giorno».

L’istituzione creata dal sodalizio s’avvia ad offrire agli studiosi della storia di Fiume e dell'Istria un’efficiente base di documentazione e di consultazione, che via via s’arricchisce. Nuovo impulso è giunto dalla collaborazione dei giovani che operano nell’ambito dell’Associazione per la Cultura Fiumana, Istriana e Dalmata nel Lazio. A tale Associazione, che ha sede negli stessi locali della Società di Studi Fiumani è stata affidata, a partire dal 1998, parte della gestione del patrimonio culturale esistente nell’Archivio-Museo.

 

 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il labaro della città di Fiume
sotto il regno d'Italia

 

 

 

 

 

 

 

 


Il direttore del museo, Marino Micich,
con gli organizzatori
della Corsa del Ricordo,
Sandro Giorgi e Luca Montebelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Una delle tantissime foto
contenute nel museo. 
Momenti di un esodo: è il 1947

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


I bersaglieri attendono
l'arrivo di D'annunzio a Pola. È il 1919

 

 

 

 

 

 

 

 


Partigiani jugoslavi,
sul piazzale della stazione di Montesanto,
piantano a terra i pali
che divideranno la città di Gorizia in due parti

 


Un lasciapassare.
Frammenti di vita vissuta.