Sport è vita

 

 

 

LO SPORT, PER TORNARE ALLA NORMALITÀ
Campioni sul ring, su una pista di atletica o sulla terra rossa.
Hanno ricominciato, gli esuli, hanno lottato e hanno vinto.
Sul campo e nella vita. La loro storia...

Cacciati dalle proprie terre. Un carro, pochi fagotti e l'esigenza di ricominciare. Anni lunghi decenni, anni difficili senza la propria casa, senza tanti affetti lasciati lungo il percorso. Ricominciare è stato difficile. Migliaia di italiani, con l'Italia che non voleva ricordare in anni di silenzi, pronti a ricominciare. A scalare la montagna della vita. Dopo tanti anni, anche attraverso lo sport, Lo Sport è il mezzo più idoneo  per lanciare messaggi di unione e di fratellanza mandando segnali di forte coesione fra i popoli. In ogni periodo storico l'individuo ha percepito un forte bisogno di riconoscimento all'interno dei gruppi, sentendo l'esigenza di essere inserito e di far parte di qualcosa più grande, di interagire e rapportarsi, generando scambi e sviluppando relazioni. Lo sport è la sintesi di tutto ciò, riesce a raccontare storie bellissime, ricche di pathos e di umanità. Gli atleti, attraverso i loro successi e  le loro glorie imprese tramandano ai giovani le emozioni che essi hanno vissuto creando quello spirito di emulazione che permette di poter scrivere altre indelebili pagine. Proprio seguendo questi dettami i campioni esuli o i discendenti di essi, sono riusciti a tenere in vita nella mente delle nuove generazioni le gesta epiche dei loro antenati e a non far mai dimenticare la terribile tragedia vissuta da una popolazione cacciata dalla terra natia e costretta ad abbandonare le proprie radici. I Giuliano-Dalmati, oltre ai ricordi, con lo sport hanno sottolineato, in diverse discipline, la loro determinazione e audacia, e la capacità di non arrendersi mai. Rivendicando fortemente il diritto di essere uomini liberi.
Ecco alcuni dei campioni che hanno scritto pagine di storia, lottando contro un destino avverso. 

 

 

Nino Benvenuti

Giovanni “Nino” Benvenuti, nato a Isola d’Istria il 26 aprile 1938, terzo di cinque figli, nel secondo dopoguerra riparò frettolosamente a Trieste, ove affrontò, come molti esuli, discriminazione, pregiudizi e indifferenza: la boxe avrebbe costituito la sua occasione di riscatto. Due volte campione europeo nonché medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma 1960, sarà campione mondiale Super Welter prima e Pesi medi in seguito (1967-1970).

“Mi hanno cacciato dal mio paese quando avevo tredici anni. Nel paese dove sono nato le uniche scritte ancora in italiano sono al cimitero. A parlare la mia lingua è rimasto qualche vecchio pescatore giù al porto, Ogni tanto ci ritorno per portare i fiori sulla tomba dei miei cari”.

 
 

 

Abdon Pamich
Abdon Pamich è stato uno degli atleti italiani più medagliati nella specialità dei 50 km di marcia ai Giochi olimpici. Vinse la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Roma nel 1960 e la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo nel 1964. Il 19 novembre 1961 sulla pista dello Stadio Olimpico di Roma ha stabilito il record mondiale dei 50.000 m di marcia (125 giri di pista lunga 400 metri), con il tempo di 4h14'02"4. È stato inoltre il portabandiera del tricolore italiano durante la cerimonia d'apertura delle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972. Scappato da Fiume nel 1947 insieme a suo fratello per raggiungere il padre. Successivamente, si trasferì ad Udine dove vennero smistati in un campo profughi a Novara. Dopo un anno potettero ritornare dal padre che nel frattempo aveva trovato lavoro a Genova.  Pamich si è sempre impegnato per la conservazione della memoria storica della comunità giuliano-dalmata in Italia e in particolare a Roma, anche come membro della Società di Studi Fiumani.

 

Mario Gabriele Andretti
Andretti è stato uno dei più grandi piloti della storia della Formula 1.  Istriano naturalizzato statunitense, nel corso della sua carriera automobilistica ha collezionato 18 pole position e vincere 12 Gran Premi, tra i quali il Gran Premio di Italia, il Gran Premio degli Stati Uniti e il Gran Premio del Giappone.
Nato a Montona in Istria, nel 1940, in seguito all'annessione dell'Istria alla Jugoslavia, emigrò ancora bambino con suo fratello gemello Aldo e il resto della famiglia, stabilendosi in un campo profughi di Lucca, città in cui arrivarono in molti dalla provincia di Pola. Nel 1954 l’interesse di Mario alle gare di velocità lo porta a Monza dove vede il grande Ascari competere nel Gran Premio d’Italia.
L’anno successivo emigra insieme con la famiglia negli Stati Uniti stabilendosi a Nazareth, in Pennsylvania.

 
 

 

Margherita Granbassi
È un'ex fiorettista, campionessa del mondo e medaglia di bronzo Olimpica. Nel 2004 vince i mondiali a squadre e l’anno dopo vince la coppa del mondo della sua specialità.
Nel 2006 arriva la sua affermazione più grande nel campionato mondiale.Nel agosto 2008, alle Olimpiadi di Pechino ha vinto la medaglia di Bronzo  nell’ individuale. Sempre nelle Olimpiadi cinesi vince il bronzo anche nella gara a squadre. Nel 2009 vince l'oro a squadre ai mondiali di Antalya.
Margherita è nipote di Mario, lussemburghese, il cui cognome Niederkorn è stato italianizzato in Granbassi. Mario, noto come “Mastro Remo”, fu il più giovane capocronista al Piccolo di Trieste e radiocronista dell’Eiar negli anni Trenta. Lo zio Manlio fu caporedattore al Piccolo, papà Gianfranco è pubblicista. Margherita successivamente intrapreso la carriera giornalistica facendo parte della redazione di Annozero condotta da Michele Santoro.

 

Orlando Sirola
E’ stato uno dei più grandi tennisti italiani. Con Nicola Pietrangeli ha formato il doppio maschile più vincente della storia del nostro tennis vincendo al Roland Garros nel 1959 e raggiungendo la finale di Wimbledon nel 1956. Il doppio Pietrangeli-Sirola detiene tuttora il record mondiale di presenze (42) e di vittorie (34) in coppa Davis. Nel loro palmares i titoli italiani vinti consecutivamente dal 1955 al 1960 e dal 1962 al 1966. Sirola ha avuto anche un'ottima carriera come singolarista. Agli open di Francia, infatti, ha raggiunto la semifinale nel 1960 e gli ottavi di finale nel 1958. Al torneo di Wimbledon raggiunse gli ottavi di finale nel 1959 e nel 1962.
Sirola nasce a Fiume nel 1928, dalle quale è costretto a fuggire, insieme alla sua famiglia, dopo che le truppe del Maresciallo Tito occuparono la città. Nel 1951 dopo un lungo periodo trascorso  di un campo profughi a Latina, si trasferì a Milano, dove conobbe, il suo collega e amico, Nicola Pietrangeli.

 
 

 

Agostino Straulino

Agostino Straulino, velista olimpionico, nato a Lussinpiccolo il 10 ottobre 1914, durante la Seconda guerra mondiale fu tra gli assaltatori del Gruppo Gamma della Decima Flottiglia MAS durante un’incursione a Gibilterra ed in seguito fu comandante della nave scuola della Marina Amerigo Vespucci. Tra i numerosi successi nella vela ha ottenuto una medaglia d'oro all’Olimpiade di Helsinki 1952 - classe star e nella stessa specialità una medaglia d'argento a Melbourne 1956, sempre in coppia con Nicolò Rode, nato a Lussino il primo gennaio 1912 e morto a Verona il 4 maggio 1998.

Morto a Roma il 14 dicembre 2004, Straulino fu sepolto nella tomba di famiglia nell’isola quarnerina di Lussinpiccolo: «Sulla mia isola sono venuto al mondo e cresciuto. Là ho capito il mare e il mare mi ha accolto tra i suoi abitanti. Là ho conosciuto il vento e l'ho fatto diventare mio amico».

 

Giorgio Oberweger
Anagraficamente era nato a Trieste ma si era considerato sempre di Parenzo, cittadina istriana di cui era originario suo padre
Nel 1936, alle Olimpiadi di Berlino, conquistò la medaglia di bronzo nel disco, arrivando dietro agli statunitensi Carpenter  e Dunn. Due anni dopo polverizzò i primati italiani dei 110 ostacoli  e del disco.
Nel 1946 diventò commissario tecnico della Fidal conservando l'incarico fino al 1960. Nel ruolo di commissario tecnico portò alle Olimpiadi di Londra nel 1948 anche il suo conterraneo Ottavio Missoni. Uscito dalla Fidal nel 1967, Oberweger, non uscì dallo sport ma passò alla guida della Scuola centrale dello sport incarico che mantenne fino al 1972.
Giorgio Oberweger, oltre alla carriera sportiva, conseguì nel 1938 il brevetto di pilota civile di primo grado e, successivamente, vinse il concorso per entrare nell’Aeronautica Militare diventando cosi pilota da caccia ottenendo tre decorazioni al valor militare: una medaglia d’argento e due croci di guerra.

 
 

 

Cesare Rubini
Di famiglia dalmata, suo padre, che si chiamava Rubcic era ufficiale di macchina, un irredentista che scelse l’Italia come suo Paese, cambiando il proprio cognome in Rubini.
Cesare è stato uno dei più versatili e vincenti atleti italiani, campione di pallanuoto e pallacanestro, al punto da essere uno dei pochi atleti al mondo inseriti nelle Hall of Fame in due sport differenti.
È infatti membro del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame dal 1993 in qualità di allenatore di basket, e dell'International Swimming Hall of Fame dal 2000.
Dal 2006 il suo nome figura anche tra i membri dell'Italia Basket Hall of Fame e dal 2013 del FIBA Hall of Fame. 
Come pallanuotista vinse 6 scudetti, collezionando 84 presenze in Nazionale. Come cestista, invece, conquistò l’argento agli Europei del 1946 e 15 scudetti con l’Olimpia Milano.
A partire dal 1976 Rubini diviene dirigente della Federazione Italiana Pallacanestro, dimostrando anche le sue capacità manageriali. Come responsabile della Nazionale, ha contribuito all'argento alle Olimpiadi di Mosca del 1980, all'oro agli Europei di Nantes del 1983, all'argento agli Europei di Roma del 1991 ed al bronzo degli Europei di Stoccarda del 1985.

 

Ottavio Missoni
Nato nel 1921 a Ragusa, nell'allora regno di Jugoslavia, da padre di origine giuliana (l'omo de mar Vittorio Missoni, capitano, figlio di un magistrato) e madre dalmata (Teresa de' Vidovich, di antica e nobile famiglia di Sebenico), si trasferisce all'età di sei anni a Zara, dove trascorre la giovinezza fino al 1941. Nel 1935 veste la maglia azzurra, nella specialità dei 400 metri piani e nei 400 metri ostacoli. In carriera ha conquistato otto titoli nazionali. Dopo il secondo conflitto mondiale parteciperà alle Olimpiadi di Londra, classificandosi al sesto posto nella finale dei 400 m ostacoli e correndo come secondo frazionista nelle batterie della staffetta 4×400 metri.
Dopo la carriera sportiva diede sfogo alla sua altra grande passione: la moda. Nel 1960 gli abiti Missoni iniziano ad apparire sulle riviste più importante. Nel 1962 le sue creazioni vengono realizzate con l’innovativa macchina da cucito Rachel, nata per la lavorazione degli scialli,  che Ottavio, genialmente introduce nella la creazione di abiti. Le sue creazioni sono un mix di colore e di leggerezza. Questa innovazione decreta lo straordinario successo  commerciale del brand Missoni a livello nazionale e internazionale.

 
 

 

Giovanni Cucelli
Giovanni Cucelli, nato Kucel a Fiume il 13 novembre 1916, era un tennista di grande qualità e temperamento, possedeva un gioco originalissimo anche se non proprio elegante ma sempre efficace. Vincitore di numerosi tornei internazionali, ottenni lusinghieri piazzamenti al Roland Garros tra il 1947 ed il 1952, facendosi onore pure nella selezione italiana di Coppa Davis, tanto nei singolari quanto nel doppio. È morto a Milano il 29 aprile 1977. 

 

Ezio Loik
Ezio Loik, nato a Fiume il 26 settembre 1919, cominciò la carriera calcistica nella Fiumana, prima di raggiungere fama e successi con la casacca del Grande Torino dell’immediato dopoguerra. Inesauribile centrocampista di movimento col fiuto del gol, avrebbe anche disputato 9 partite con 4 realizzazioni in Nazionale, prima di condividere la tragica sorte dello squadrone granata nell’incidente aereo di Superga del 4 maggio 1949. 

 
 

Roberto Roberti
Roberto Roberti, nasce a Pola ed è il Segretario generale dell'Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d'Italia. Atleta di pentathlon moderno, ha partecipato al campionato del Mondo nel 1951 e nel 1952. Si ferma per un infortunio e, in vista dei Giochi di Roma del 1960, è nominato responsabile tecnico della nazionale di pentathlon. Si è occupato di pallavolo, baseball e pallacanestro in qualitò di presidente di squadre romane della massima serie e per un anno è stato presidente della squadra femminile di hockey su prato della S.S. Lazio. Dal 1980 al 1984 è stato responsabile del settore tecnico della federazione di pallamano e poi tecnico della nazionale militare di calcio. È stella d'oro al merito sportivo del Comitato Olimpico. 

 

 

 

 

 

 

 

UNA SQUADRA PER RICORDARE LE ORIGINI
L'Associazione Sportiva Giuliana

Il basket è una delle discipline storiche fra quelle praticate dalla popolazione Giuliano – Dalmata dopo l’esodo. L’ Associazione Sportiva Giuliana, nata a Roma nel quartiere Giuliano- Dalmata, oltre a permettere ai giovani di praticare sport, si impegna a tener viva la memoria della comunità attraverso attività volte a ricordare tutte le vittime e gli esuli delle popolazioni istriane, giuliane e dalmate. Dalla società in passato sono usciti atleti di livello nazionale come l’eclettico Tullio Sincich, ottimo calciatore ed eccellente giocatore di pallacanestro capace di raggiungere la massima serie con la maglia dell’A.S. Giuliana

 

 

 

 

NON SOLO SPORT
Una vita ricostruita, passo dopo passo.
Successi nella musica, nel cinema, nel giornalismo, nella politica. 

In vari campi, dalle arti allo sport passando per il giornalismo, parecchi esuli o loro discendenti, pur costretti a vivere l’esperienza del Campo Profughi o comunque le ristrettezze economiche dell’esodo e della perdita dei beni di famiglia, seppero mettersi in gioco e raggiungere vette di eccellenza. Un successo dovuto alla determinazione, e alla straordinaria capacità di non arrendersi. Molti furono gli esuli, appena raggiunto il loro apice, a dedicarsi alla memoria del loro passato. Attraverso parole cantate in televisione o scritte su libri e articoli di giornale, recitando film o facendo assaporare al mondo intero gli squisiti piatti della loro patria. Seguendo questi principi che, gli esuli, sono riusciti a far rivivere, nella mente di moltissime persone, il ricordo di questo popolo perseguitato.

Ecco alcuni dei più grandi nomi che, ricominciando da zero, hanno segnato grandi successi.

 

 

Alida Valli
​Nasce a Pola da madre istriana, pianista, e da padre trentino, professore di filosofia e critico musicale con ascendenze aristocratiche, barone Altenburger von Marckenstein und Frauenberg del Sacro Romano Impero Germanico. Frequenta i corsi del Centro Sperimentale di Cinematografia ed esordisce giovanissima sul grande schermo. Fin dall'inizio interpreta ruoli da protagonista e diventa, ben presto, l'attrice simbolo del cosiddetto "cinema dei telefoni bianchi", lavorando in film come Manon Lescaut e Ore 9 lezione di chimica (1941). La sua versatilità la impone anche in ruoli drammatici. A differenza di molti suoi colleghi, nell'autunno del 1943 la Valli, per evitare di recitare in film di propaganda fascista, rifiuta di trasferirsi negli studi cinematografici del fascismo saloino (il "Cinevillaggio" di Venezia) e rimane a Roma dove si nasconde con l'aiuto delle amiche Leonor Fini e Luciana d'Avack. Sempre nel 1943, Alida Valli porta a grande successo la canzone Ma l'amore no tratta dal film Stasera niente di nuovo di Mario Mattoli, che divenne la canzone italiana di maggior successo e più trasmessa dall' EIAR nel corso dei due ultimi e più bui anni di guerra.  Nel 1947 si trasferisce a Hollywood, su invito del produttore Selznick, che vorrebbe farne la "Ingrid Bergman italiana". Durante il periodo hollywoodiano l'attrice userà lo pseudonimo "Valli".

 
 

 

Uto Ughi
​Uto Ughi nasce a Busto Arsizio il 21 gennaio 1944 da genitori di Pirano d'Istria. Il padre è un avvocato triestino appassionato di musica. Uto ha iniziato la sua incredibile carriera dallo studio della musica e l'apprendimento delle tecniche violinistiche presso la scuola di musica Giovanni Battista Pergolesi a Varese sotto la guida del maestro Ariodante Coggi, debuttando a soli sette anni al Teatro Lirico di Milano imponendosi subito all'attenzione della critica e del pubblico come uno straordinario talento. Già a dodici anni Uto Ughi veniva considerato un artista tecnicamente ed espressivamente maturo. È considerato uno dei massimi esponenti della scuola violinistica italiana ed è fra i massimi interpreti contemporanei.

 

Wilma Goich
​Nata a Cairo Montenotte, comune della provincia di Savona da genitori profughi da Zara, fin da bambina mostrò predisposizione per il canto e la musica. Dopo essere stata squalificata al festival di Barcellona, per aver forse plagiato una canzone, divenne famosa negli anni sessanta grazie alla sua partecipazione al Festival di Sanremo 1965, con la canzone “Le colline sono in fiore”. Questa canzone le diede subito fama internazionale ed è tuttora giudicata il suo maggior successo. Partecipò ad altri festival canori, oltre al Festival di Sanremo, tra i quali, il Festival della canzone Napoletana, Canzonissima e un disco per l’estate, dove si sentirono altri successi della cantante. Successivamente fece coppia con il marito, Edoardo Vianello, formando i Vianella che firmarono numerosi successi capaci di vendere milioni di copie di dischi. Nell'autunno del 1990 ha affiancato Mike Bongiorno nel gioco a quiz Tris, che aveva sostituito lo storico Bis, Il successo fu clamoroso grazie anche al contributo del maestro Tony De Vita,  di Franco Nisi di Radio Italia e Illy Reale.

 
 

 

Sergio Marchionne
​Marchionne è noto a livello internazionale per aver guidato il profondo rinnovamento della FIAT. Oggi il manager ricopre molteplici ruoli: è Amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles N.V., FCA Italy e Presidente e Amministratore delegato di FCA US. È anche Presidente di CNH Industrial N.V. e Ferrari N.V., inoltre è Presidente e Amministratore Delegato di Ferrari S.p.A.. È inoltre vicepresidente di Exor S.p.A. e membro permanente della Fondazione Giovanni Agnelli È stato eletto Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'ACEA (European Automobile Manufacturers Association) per l'anno 2012. È inoltre membro del Consiglio di Amministrazione del Peterson Institute for International Economics e co-presidente del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti. Il padre Concezio nacque a Cugnoli in Abruzzo fu un maresciallo dei Carabinieri mandato negli anni trenta in Istria, regione passata dall' Austria-Ungheria all'Italia dopo la Prima guerra mondiale. Concezio vi prestò servizio fino al termine della seconda guerra mondiale quando la regione passò alla Jugoslavia. Qui conobbe la futura moglie, Maria Zuccon, veneto-istriana. Negli anni della guerra la famiglia materna fu colpita da due tragici lutti, causati dal clima di scontro etnico tra "italiani" e "slavi" che da decenni aveva avvelenato quella regione di confine: nel settembre del 1943 il nonno di Sergio, Giacomo Zuccon, fu sequestrato e gettato in una foiba da partigiani titini (i suoi resti verranno in seguito recuperati, assieme ad altri, nella foiba di Terli, dai Vigili del Fuoco e riconosciuti dall'altra figlia Anna). Alcune settimane dopo, anche lo zio Giuseppe, fratello della madre, messosi alla ricerca del padre di cui non si avevano più notizie, cadde in un rastrellamento dei militari tedeschi che, scambiandolo per un partigiano o disertore, lo passarono per le armi. A seguito di questi fatti, e della seguente occupazione dell'intera regione da parte delle milizie iugoslave, i genitori di Sergio decisero di rifugiarsi presso i familiari di Concezio a Chieti, dove subito dopo si sposarono. Quando Sergio aveva 14 anni, la sua famiglia si spostò ancora, emigrando in Ontario (Canada), dove si era già stabilita, esule dall'Istria, la zia materna Anna Zuccon

 

Beatrice Lorenzin
​Nasce a Roma da padre istriano di Medolino, esule a Roma dal 1947, e da madre fiorentina di Campi Bisenzio. Dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 ha ricoperto l'incarico di Ministro della salute nel governo Letta, succedendo a Renato Balduzzi. Il 30 settembre 2013 assieme agli altri ministri del Pdl presenta dimissioni "irrevocabili" così come suggerito da Silvio Berlusconi, respinte dal presidente del consiglio Enrico Letta. Il 22 febbraio 2014 viene riconfermata nel nuovo esecutivo guidato dal premier Matteo Renzi alla guida sempre dello stesso dicastero. Tra i temi all'ordine del suo mandato, fra gli altri, il caso del virus ebola, il via libera alla produzione della cannabis terapeutica su suolo italiano e la fecondazione eterologa dopo la pronuncia di incostituzionalità del divieto operato dalla legge 40 varata dal suo precedente partito. Il 12 dicembre 2016 viene chiamata per la terza volta a ricoprire la carica di ministro nel governo guidato da Paolo Gentiloni diventando l'esponente politico che più a lungo ha ricoperto la carica di Ministro della Salute.

 
 

 

Lidia Matticchio Bastianich
​Nasce nella città di Pola, capoluogo dell'Istria, nel 1947. Nel 1956, in seguito alle persecuzioni titine e all'esodo istriano, la famiglia Bastianich si trasferisce a Trieste. Nella città giuliana la famiglia vive in un campo profughi e i genitori di Lidia trovano occupazione presso una famiglia benestante, dove la madre Erminia lavora come cuoca e il padre Vittorio come autista. Pochi anni dopo, nel 1958, la famiglia si trasferisce negli Stati Uniti. Oggi Lidia è Chef pluristellata e proprietaria di diversi ristoranti nelle maggiori città del mondo, realizzati insieme ai suoi due figli Tanya e Joseph. Il suo ristorante più importante resta il Felidia nell'East Side di Manhattan meta giornaliera di personaggi del mondo dello spettacolo e della politica.

 

Sergio Endrigo
​Nato a Pola, trascorse tutta l'infanzia in Istria. Nel febbraio 1947 fu costretto, a causa delle note vicende, ad abbandonare la città natale insieme alla madre ed a trasferirsi come profugo prima a Brindisi e poi a Venezia. Comincia a cantare a Venezia nel 1954 e ad incidere i suoi primi dischi all'inizio degli anni '60, contribuendo al fiorire del filone dei cosiddetti «cantautori»,  la nuova figura di autore e contemporaneamente di cantante che prende piede in Italia in quel periodo. Il suo nome va posto dunque trai grandi a fianco di quelli di Gino Paoli, Fabrizio De André, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber , autori e cantanti che portarono una ventata di rinnovamento e di impegno nel chiuso panorama musicale italiano ancora ancorato alle rime come cuore-amore. 

 
 

 

Laura Antonelli
​È stata un'attrice italiana fra le più apprezzate e popolari. Raggiunse l'apice del successo negli anni 1970 e 1980 percorrendo diversi generi cinematografici, dalla commedia leggera-erotica al dramma, al cinema d'evasione e al film d'autore. Ottenne la massima notorietà come protagonista sensuale nel film cult “Malizia” di Salvatore Samperi, vera icona di una generazione. Laura Antonelli nacque nell’allora italiana Pola. Insieme alle attrici Femi Benussi, Alida Valli e Sylva Koscina fu una delle componenti del gruppo definito "delle bellissime quattro" istriane-dalmata. Profuga durante l'esodo istriano , la Antonelli si trasferì con la famiglia a Napoli dove, dopo aver frequentato le scuole superiori, si diplomò presso l'Istituto Superiore Pareggiato di Educazione Fisica. Trasferitasi a Roma, fu insegnante di Educazione fisica al liceo artistico di via di Ripetta prima di approdare alla carriera artistica.